La psicomotricità funzionale si basa sul principio educativo e sulla visione globale dell’individuo con attività agite attraverso il movimento. Essa ha la capacità di ruotare intorno ad una persona ed analizzarla da più punti di vista. È una scienza sostanziata da basi neurofisiologiche e dalla necessità di passare dal sintomo all’analisi funzionale del sintomo, di studiare il movimento come metodo di condotta globale del soggetto e d’impiegare i valori che si esprimono alla corrente fenomenologica, all’azione e all’esperienza vissuta. Essa ha il compito di precisare le funzioni su cui intervenire utilizzando il movimento, conoscendo i punti di forza e i punti deboli, creando i presupposti per un’esperienza di sviluppo e risvegliando ogni nuova capacità di adattamento all’ambiente.
La psicomotricità funzionale rappresenta un accompagnamento alla crescita emotiva, sociale, intellettiva e corporea. Essa si inserisce nei soggetti in età evolutiva con l’intento di intervenire nelle difficoltà e potenziare i prerequisiti necessari agli apprendimenti scolastici. Apprendimenti che saranno consolidati solo se il bambino prende conoscenza del suo corpo, a lateralizzarsi, a sapersi orientare nello spazio, a controllare il tempo, ad assumere una sufficiente abilità nella coordinazione dei suoi gesti e dei suoi movimenti. Si tratta di assicurare al bambino un’evoluzione armoniosa, soddisfare lo sviluppo funzionale, le sue potenzialità ed aiutarlo cosi ad espandere ogni vissuto affettivo e relazionale. Per il bambino tutto inizia dal suo corpo, si tratta dunque di trovare il modo di aiutarlo a realizzare le diverse prese di coscienza necessarie.