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Disturbo Oppositivo Provocatorio: cosa c’è da sapere

Può capitare che un bambino o un ragazzo attraversi fasi di forte ribellione: non ascolta, discute continuamente, sembra sfidare ogni regola. Spesso si tratta di un passaggio normale della crescita, ma in alcuni casi questi comportamenti diventano più intensi, frequenti e duraturi. È in queste situazioni che si può parlare di Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP).

Che cos’è il DOP?

Il DOP è un disturbo del comportamento che compare in età infantile o adolescenziale e che si manifesta con atteggiamenti ostili e provocatori verso le figure autoritarie, come genitori e insegnanti. Non si tratta di “capricci” o di un semplice carattere difficile, ma di comportamenti che persistono nel tempo e che possono rendere complicata la vita familiare e scolastica.

Come si manifesta?

Un bambino con DOP tende ad arrabbiarsi facilmente, a discutere con gli adulti e a rifiutare regole e richieste. Spesso attribuisce agli altri la colpa dei propri errori e può assumere atteggiamenti vendicativi o rancorosi. Questi comportamenti non sono occasionali, ma costanti, e creano difficoltà nelle relazioni quotidiane.

Da cosa dipende?

Le cause del DOP sono diverse e intrecciate. Ci possono essere fattori biologici e genetici che influenzano il modo in cui il bambino gestisce le emozioni. Allo stesso tempo, l’ambiente gioca un ruolo importante: situazioni familiari conflittuali, stili educativi incoerenti o periodi di forte stress possono favorire l’insorgenza del disturbo. Anche la personalità del bambino conta: una bassa tolleranza alla frustrazione o difficoltà a controllare la rabbia possono rendere più difficile affrontare le sfide quotidiane.

Quali conseguenze può avere?

Se non riconosciuto, il DOP può portare a difficoltà scolastiche, problemi nei rapporti con i coetanei e conflitti continui in famiglia. Con il tempo, aumenta anche il rischio che si sviluppino altri disturbi del comportamento, con conseguenze sul benessere emotivo e sociale del bambino o adolescente.

Cosa si può fare?

La buona notizia è che il DOP si può affrontare con il giusto supporto. Percorsi di terapia cognitivo-comportamentale aiutano il bambino a imparare strategie per gestire rabbia e frustrazione. I genitori possono trarre grande beneficio dal parent training, un programma che fornisce strumenti pratici per stabilire regole chiare, comunicare in modo più efficace e rinforzare i comportamenti positivi. Anche la scuola ha un ruolo fondamentale: insegnanti e operatori possono collaborare con la famiglia per garantire un approccio coerente e costante.

Un ulteriore valore aggiunto deriva dall’intervento di un’équipe multidisciplinare composta da psicologi, neuropsichiatri infantili, logopedisti, educatori e altri professionisti. Lavorare in sinergia permette di osservare il bambino da diversi punti di vista, offrendo una valutazione più completa e costruendo un percorso terapeutico personalizzato, capace di rispondere in maniera più efficace ai suoi bisogni specifici.

Il DOP non significa che un bambino sia “cattivo” o senza speranza. È piuttosto il risultato di una combinazione di fattori che richiede comprensione, intervento precoce e collaborazione tra famiglia, scuola e professionisti. Con un percorso integrato, seguito da un’équipe di specialisti, molti bambini e ragazzi riescono a sviluppare competenze sociali ed emotive che li aiutano a vivere relazioni più serene e a esprimere al meglio le proprie potenzialità.

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